“Un anonimo hotel, una stanza completamente buia, io che aspetto seduto su una comoda poltrona.Aspetto, chi? Non lo so. Ci siamo sentiti solo una volta per telefono e scritti molti messaggi email. So che è una donna, non so com'è, se non attraverso le sue descrizioni, non aveva foto nel suo
profilo. Neppure lei ha mai visto una mia foto. Abbiamo fantasticato tante volte su questo incontro
letteralmente al buio. Oggi è il giorno. Sento dei passi lungo il corridoio, una chiave che gira nella
serratura e la porta che si apre. La luce tenue del corridoio mi permette di vedere solo la sagoma di
un corpo femminile fermo sulla soglia. Quella poca luce entrata nella stanza non permette a lei di
vedermi. Un attimo solo di esitazione, lei entra e chiude la porta alle sue spalle. Di nuovo buio
totale. Mi alzo con il cuore che batte a mille, vado verso di lei, arrivo a sfiorargli le mani. - Ciao
Angela! - La voce mi trema un po'. - Ciao Paolo – Mi risponde apparentemente sicura.”
“Quando stava finendo di calzare gli stivaletti, si sorprese a pensare: "Sto facendo un errore. Ma a volte non si è mai soli come nel matrimonio". Non mise nulla di appariscente, nessun effetto speciale: jeans blu notte, camicetta bianca, giubbino di pelle nera, capelli raccolti a coda di cavallo, trucco minimale. Suzette avrebbe incontrato Roberto tra 20 minuti, in uno dei tanti bar di via Dante, a due passi dal Duomo. Milano. Lo ha conosciuto in chat. Naturalmente il ritardo è obbligatorio, in modo da poterlo vedere in lontananza, ed eventualmente decidere di girare i tacchi e fuggire.
Eccolo arrivare: Roberto ha l'espressione un po' imbarazzata, ma è proprio come se lo aspettava dalle tante foto che le ha spedito. Convenevoli. Suzette ordina un'insalata. Roberto un panino. "Me lo aspettavo diverso", lei pensa fra sé notando la fede al dito. Certo, è gentile, tenta di sorridere, ma è un po' stempiato, ha lo sguardo sfuggente e le unghie mangiucchiate. La delusione striscia nei pensieri di Suzette. Roberto chiede un po' impacciato: "Ci vediamo domani?". Poi fa per alzarsi. Gli cade un libro: "La donna giusta" di Marai. Suzette si rasserena e sorride: "Certo". “