Perché tradire non è affatto un peccato mentre è un peccato non farlo.

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categoria: Attualità

Perché tradire non è affatto un peccato mentre è un peccato non farlo.

Parliamo di infedeltà con Gemma...

Se perciò siete impelagati nel conflitto morale tradire è da sleali?, tradire è da infami? Se siete impantanati col fango alla gola nel gorgo paludoso di anni e anni di condizionamento che la società vi ha fornito a questo proposito, cominciate invece a fare vostra questa sacrosanta verità: essere sanamente egoisti invece che santamente altruisti, nella vita, non è un’emerita sciocchezza. Se dobbiamo vivere secondo regole è giusto che la prima sia: l’unico io a cui sono fedele è il mio.

Elogio del tradimento, pag. 56, cap. 3, “Perché la coppia umana è autolesionista e sommamente ridicola nell’esercizio dell’eterna fedeltà”.

Siamo abituati a considerare alcune azioni peccaminose. Non accade perché abbiamo spontaneamente e sempre pensato che compiere quegli atti fosse veramente immorale o perché lo sia oggettivamente: ce lo hanno imposto, inculcato, ripetuto talmente tante volte che alla fine ce ne siamo convinti.

La vita di ogni giorno trabocca di regole decise un bel giorno da alcuni per tutti e poi rafforzate dalla consuetudine. Alcune sono giustissime e ragionevolissime. Un elenco già compilato di queste ultime si trova facilmente nei codici civili e penali, si tratta dei reati. Ma altre norme comportamentali sono arbitrarie prese di posizione spesso prive di fondamento: la prova sta nel fatto che molte persone, poi, non le rispettano.

Il blu non si può abbinare con il nero, vestendosi: ma tanti li appaiano continuamente e non è che i vestiti scappino via lasciandoli nudi, i blu verso destra e i neri verso sinistra, urlando infuriati: “È un peccato accoppiarci!”. Mi risulta, anzi, che Giorgio Armani li accosti spesso!

L’imposizione principale nell’ambito sentimentale è la fedeltà. Risulta veramente difficile far accettare il punto di vista di chi sa bene, invece, che l’infedeltà non è un affronto al partner stabile ma un regalo che si fa a se stessi. Risulta difficile perché esercitare il tradimento è considerato al pari di commettere un reato. Un reato di tipo morale nella maggior parte delle culture ormai, certo, ma pur sempre un reato, un peccato.

Peccato è invece vivere la propria vita secondo dettami decisi da altri e del tutto opinabili, considerato che in molti luoghi del mondo il tradimento in verità è così accettato da essere perfino introdotto nella maniera in cui sono organizzate le relazioni (il poliamore, per esempio).

Peccato è frustrare l’istinto di vitalità e la necessità di curiosità che ci portano naturalmente alla ricerca di libertà e piacere.

Peccato è dire “Vorrei farlo ma non posso perché non si fa”, poiché questa è la motivazione che frena la maggioranza di coloro che vorrebbero tradire ma si impediscono di farlo.

Peccato è percorrere la propria vita dentro binari decisi da altri che ci trasformano in treni, di ferro, freddi e rigidi, cosa che invece non siamo. Perché chiunque abbia conosciuto la bellezza dello sciogliersi con un’altra persona dopo esserne stato attratto sa benissimo che quella meraviglia non cambia se condivisa con una creatura che non è il proprio partner stabile.

Peccato è far governare le proprie esistenze e le proprie scelte da chi demonizza il piacere erotico e vorrebbe irreggimentare chi quel piacere sa gestirlo anche al di fuori della relazione abituale, cosa che è ben più difficile che vivere ogni giorno come ragionieri.

Oscar Wilde diceva “Non c’è nessun peccato, tranne la stupidità”, e fatti salvi i peccati considerati a ragione reati dai codici civili e penali, io sono con lui.

Gemma Gaetani



Leggi l’intervista di Gleeden a Gemma Gaetani autrice del libro “Elogio del Tradimento”.
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