Quando l'ossessione per la fedeltà e per l'idea dell'amore esclusivo diventa un'arma nei confronti del partner: tristi esempi da non seguire.

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categoria: Attualità

Quando l'ossessione per la fedeltà e per l'idea dell'amore esclusivo diventa un'arma nei confronti del partner: tristi esempi da non seguire.

Parliamo di infedeltà con Gemma...

Finché andrete in giro convinti che la fedeltà sia qualcosa di buono e di giusto, da pretendere e da dare, e che debba procurare sofferenza e desiderio di vendetta nel caso in cui non sia esercitata, siete come bombe pronte ad esplodere. E farete del male quando conflagrerete, a voi stessi e agli altri. Del male inutile.

Elogio del tradimento, pag. 138, cap. 8, “L’esercizio segreto ma libero del tradimento indirizza più sensatamente l'uso del denaro nei consumi e fa diminuire il numero complessivo dei reati, perciò fa bene alla società e all'economia”.

Molto spesso la coppia diventa il luogo in cui non si ama più, ma si combatte. Le azioni che difficilmente si perdonano al partner sono il tradimento e quel "tradimento definitivo" che è rappresentato dalla chiusura della relazione. Le reazioni a tali evenienze sentimentali sono le più disparate, e raramente rientrano nella casistica della pacifica accettazione.

Non si ragiona sul fatto che il problema non sta in chi non riesce o non vuole essere fedele o amare per sempre, ma nella natura non esclusivistica e non eterna dei sentimenti che invece si pretende a tutti i costi di incasellare in una tanto marmorea, quanto ridicola, fissità. Così si accusa l'altro di non amarci più, di averci tradito, il dolore viene alimentato invece che elaborato e viene usato come arma nei confronti di un altro che, oltretutto, prima amavamo.

Arma non soltanto verbale. Ci sono le vendette fantasiose: la fidanzata tradita chiama il numero dell'ora esatta di una città lontana migliaia di chilometri, lascia la cornetta alzata e poi la casa dell'ex, perché al suo ritorno oltre che la sua libertà egli trovi anche una bolletta stratosferica. Ci sono poi quelle atroci in cui l'ex si uccide direttamente. In bilico tra questi due poli il terreno amoroso sembra esser diventato un Far West in cui farsi giustizia.

Si è testardamente riluttanti a prendere una volta per tutte coscienza del fatto che i sentimenti sono mutevoli e non imperniati sull'unicità, se non per costrizione. Che non c'è promessa, magari fatta in buona fede, che tenga quando essi desiderino fare un giro altrove oppure cambino. I folli giustizialisti del cuore ragionano in termini di danno, decidono che hanno subìto un danno e vogliono a propria volta danneggiare. E la legge, purtroppo, spesse volte fornisce loro il pretesto per farlo. Sono recenti i casi italiani della richiesta di risarcimento per danni materiali e morali di un promesso sposo mollato sull'altare perché lei amava un altro già da mesi; e quello della richiesta di risarcimento per danni morali per i tradimenti subiti da un ex moglie. A mio avviso, si tratta di esempi perfetti della grossa difficoltà che si ha a lasciare andare un altro al destino che ha scelto e ad inventarsene uno nuovo per se stessi.

Ma del concetto di danno bisognerebbe sempre ricordare quanto Anna dice a Stephen durante uno dei loro primi incontri nel romanzo e film Il danno: Ho subìto un danno. Le persone danneggiate sono pericolose. Sanno di poter sopravvivere... È la sopravvivenza che le rende tali... Perché non hanno pietà. Sanno che gli altri possono sopravvivere, come loro".

Se è sacrosanto il diritto al risarcimento del danno in qualsiasi altra circostanza della vita quotidiana che ci abbia leso fisicamente, moralmente, professionalmente e chi più ne ha più ne metta, nelle questioni sentimentali bisognerebbe piuttosto adoperarsi per costruire una saggezza comportamentale che appartiene davvero a pochi. Perché chiunque, di fronte a un tradimento o al termine di un amore, come sa Anna, volendo può sopravvivere.

Sta tutto lì, in quel "volendo".

"Generalmente si ama la vita più dell'amore più sacro. In questa consapevolezza, sta il principio della nostra crudeltà e della nostra sopravvivenza", dice ancora Anna. E poi, riferendosi al fratello patologicamente legato a lei tanto da non accettarne l'amore per Peter ma anzi morto, per questo motivo, suicida: "Aston aveva amato me più della vita stessa. Quella era stata la sua rovina".



Gemma Gaetani

Leggi l’intervista di Gleeden a Gemma Gaetani autrice del libro “Elogio del Tradimento”.
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